Cosa ho imparato dalla Steve McCurry Icons alla Mole di Ancona
“Ho imparato ad essere paziente. Se aspetti abbastanza, le persone dimenticano la macchina fotografica e la loro anima comincia a librarsi verso di te.”
(Steve McCurry)
Mi reputo una persona che sa aspettare in un mondo fin troppo frenetico che ha dimenticato i pregi e i privilegi che attendono chi dà al tempo il tempo di far maturare i frutti. Forse è per questo che amo la fotografia, un’arte libera e in movimento, certo, ma anche estremamente calma e riflessiva. Per riuscire a cogliere il momento, la luce giusta, quel movimento o quel “qualcosa” che può dare significato ad uno scatto, un fotografo può provare e riprovare per giorni interi. Ne sa qualcosa il maestro contemporaneo della fotografia Steve MuCurry, un uomo che nel corso degli anni ha saputo cogliere nei suoi scatti significati talmente intensi e profondi che resteranno per sempre impressi nell’immaginario collettivo. Ho avuto il piacere e l’onore di poter visitare la sua mostra alla Mole Vanvitelliana di Ancona.
Cosa ho imparato dalla Steve MuCurry Icons
- Quel che credo di aver imparato da questo grande fotografo, visitando la sua mostra ed osservando i suoi lavori, è proprio la difficile arte della pazienza. Con questo pensiero torno a casa, apro il pieghevole della mostra e trovo al suo interno proprio la frase di McCurry sulla pazienza ad attendermi (che poi ho posizionato come incipit di questo aerticolo). La casualità non esiste.
- Che il mondo è bello ovunque, in cima all’Himalaya come dietro l’angolo di casa, e che Steve McCurry ovunque sia andato è sempre riuscito nel suo intento di raccontarlo nel migliore dei modi possibile, dando valore al soggetto o alla scena più che al posto dove si trovava. Prima di spendere migliaia di euro in viaggi in cerca di spot particolari, ricorda di non sottovalutare “casa tua”, parti da lì e pensa “se Steve fosse qui”.
- Che puoi scattare milioni di foto ma che una ed una soltanto sarà per te la più rappresentativa, quella che da sola vale una carriera, quella che identifica il tuo “marchio di fabbrica” e che ti rende non solo “famoso” (con o senza virgolette) ma anche orgoglioso di svolgere quella tua maledetta, faticosa ma meravigliosa ricerca fotografica.
- Che non tutte le foto sono spontanee ma che tutte le foto lo sono. La bravura di un fotografo è di cogliere l’attimo ma anche di costruire la scena una volta che l’ha intercettata nell’aria o “vista” nella propria mente. Se la realtà somiglia o addirittura supera la visione, cattura e ringrazia il buon Dio. Se così non è, fermati e cerca un modo per mettere in pratica quel che hai “visto”, organizzando sapientemente la scena. Studia, ricerca e nel dubbio torna al punto 1.
- Che la fotografia è un viaggio e il viaggio è la fotografia stessa. Fotografa come se fosse un viaggio, il tuo viaggio, e visiterai milioni di mondi in un mondo solo, che il tuo scopo sia fotografare il globo intero o il circondario di casa tua.
In questa foto una prospettiva della bellissima mostra “Steve MuCurry Icons” andata in scena alla Mole Vanvitelliana di Ancona.
Steve MuCurry Icons
Data: Giugno 2017
Luogo:Mole Vanvitelliana di Ancona
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