Ritorno al passato
Adda passà ‘a nuttata
( Eduardo De Filippo )
Così, tutto è svanito nel giro di qualche giorno. La libertà di andare dove volevamo. Le strade piene di persone e di macchine. I negozi, i bar, i centri commerciali. Le uscite in campagna, al mare, in montagna. Le chiacchierate tra amici, le battute, le risate in compagnia. Era la vita, la davamo per scontata eppure oggi siamo costretti in casa, a guardare il mondo dalla finestra o ad uscire giusto il tempo di fare la spesa.
Nel frattempo, attorno a noi ma senza di noi, la natura si riprende i suoi spazi e il pianeta, grazie allo stop della produzione industriale in quasi tutto l’emisfero nord, è tornato a respirare. Sono note positive ma dove stiamo andando? Che ci aspetta quando avremo vinto il virus? Queste sono le domande che tutti noi ci facciamo in questo momento ma che non hanno ancora risposte. Di certo, nulla sarà più come prima, ci ripetono.
Mentre passiamo il tempo dentro le nostre case, davanti allo smartphone o al computer, a cucinare o a pulire, disegnando o cantando, quel che rimane è un forte senso di inquieta speranza. Che tutto possa presto finire e che tutto possa presto ripartire. Siamo noi l’osservatorio della fine del mondo? O magari invece siamo l’avanguardia di un nuovo mondo che finalmente sta nascendo dalle ceneri del vecchio andato in frantumi?
In questa foto tre anziani che parlano serenamente davanti alla città di Castelfidardo.
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