Distanti ma uniti
Distanti ma uniti.
( Cit. )
C’è un tema che durante questi lunghi giorni di lockdown tiene banco, quello di accettare questo periodo di isolamento casalingo non come un momento di solitudine ma come un’occasione per sentirsi più vicini.
Privati delle nostre consuete compagnie, di genitori, figli, parenti, amici e colleghi di lavoro, ci ritroviamo come in un famoso film in un loop che ogni mattina riparte e ci costringe a rivivere giornate che sembrano tutte uguali.
Questi giorni di pausa forzata ci hanno così consentito di rallentare rispetto alle consuete vite che conducevamo quasi sempre di fretta inseguendo impegni e attività spesso futili e di discutibile importanza.
Probabilmente il virus ci sta insegnando in una sola lezione il valore di tutto ciò che davamo per scontato come il senso della libertà, di un abbraccio, di una passeggiata, di un filo di vento sul viso, di un tramonto.
Probabilmente il virus ci sta dicendo che possiamo sentirci vicini anche se siamo lontani, uniti anche siamo distanti, perché siamo tutti collegati da fili invisibili, e ognuno di noi è responsabile di sé e del mondo attorno a sé.
La prova a cui siamo chiamati è una prova di resilienza esteriore e di conoscenza interiore, una prova, per così dire, che ci permetterà di sconfiggere il nemico esteriormente, ritrovandoci interiormente.
Se ne saremo capaci, avremo compiuto il primo passo verso un mondo nuovo. Quel mondo che non ne voleva sapere di entrare in scena mentre l’altro continuava a tramontare senza mai sparire. Forse, ci siamo.
In questa foto due alberi che pur distanti sembrano tenersi per mano.
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